Oggi “Il Trentino” dedica una bella pagina alla storia di Raduan, arrivato dalla Siria dopo un lungo periodo nei campi profughi del Libano. La prima volta l’ho incontrato con i volontari di Operazione Colomba in un campo vicino a Tripoli: era arrivato da Homs steso in una coperta, d’inverno, portato dai suoi genitori e dai nonni a piedi attraverso le strade di montagna fra la Siria e il Libano. I suoi occhi profondi mi hanno subito catturato e il suo sguardo mi è rimasto impresso per molto tempo. Ricordo che le prime parole che mi ha detto quando sono arrivato nel posto in cui viveva sono state “Benvenuto”. E poi si è messo a contare in italiano da 1 a 10.
Per anni non ha avuto assistenza medica e ha convissuto con il dolore. Oggi grazie ai Corridoi Umanitari (basati su un accordo tra Comunità di Sant’Egidio, Federazione delle Chiese Evangeliche, Tavola Valdese e Governo italiano) e grazie alla Provincia di Trento (inizialmente con Villa S. Ignazio, ora accolto da Centro Astalli) Raduan può accedere alle cure di Pediatria, Ortopedia Pediatrica e delle Cure Palliative. Ma soprattutto da settembre potrà andare a scuola.
Ci sono incontri e percorsi che in questi anni hanno certamente dato senso al mio impegno politico, che mi hanno sostenuto nel cercare di fare del mio meglio, nei luoghi e nei modi possibili. Quello con Raduan e la sua famiglia è certamente uno di questi. Alhamdulillah!
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